Ogni anno, sin dal 1977, si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale dei Musei, promossa da ICOM – International Council of Museums per ricordare al grande pubblico l’importanza di questi luoghi di cultura per la società e per l’arricchimento culturale dei territori. Quest’anno la Giornata Internazionale dei Musei 2022 si celebrerà mercoledì 18 maggio, con il tema: “I musei hanno il potere di trasformare il mondo attorno a sé”. Trasformare il mondo attorno a sé e il proprio territorio è proprio quello che, in secoli di storia, ha saputo fare la Biblioteca Guarneriana, una delle bellezze storiche culturali di San Daniele del Friuli.Una biblioteca aperta alla comunità
La Giornata internazionale dei Musei celebra il potere di costruire una comunità attraverso l’educazione. E così in effetti è stato a San Daniele del Friuli, dove nel 1466 l’arciprete pievano Guarnerio d’Artegna, poco prima di morire, decise di donare la sua biblioteca alla chiesa di San Michele e, nelle sue volontà, dettò che questa fosse aperta e a disposizione di chiunque volesse leggere o studiare.
Aprire la propria biblioteca alla comunità non era un comportamento scontato per l’epoca, ma Guarnerio era un personaggio particolarmente illuminato e amante della cultura.
Dopo gli studi giovanili nelle scuole locali del suo territorio natale, il Friuli, e quelli accademici a Padova, si era formato a Roma entrando in contatto con intellettuali, circoli e frequentando gli scriptoria più illustri. Dopo aver partecipato alla vita della Curia romana, attorno al 1435 Guarnerio lasciò Roma per tornare in Friuli e intraprendere la sua carriera ecclesiastica.
Dai manoscritti all’inventario: un patrimonio di valore
Per un decennio Guarnerio fu canonico di Aquileia e Udine: la sua passione erano i libri e si impegnò per arricchire la sua collezione e per copiare i codici più importanti dell’epoca. Lui stesso trascrisse alcune opere importanti come il De officiis di Cicerone, a quanto pare “copiato in gran fretta” come annotò sul colophon.
Attorno al 1445 Guarnerio divenne sacerdote e fu nominato vicario del Patriarca, un ruolo di prestigio: era la massima autorità civile e religiosa dopo il Patriarca. La sua posizione sociale e il credito di cui godeva sul territorio gli permisero di farsi testimone dei nuovi ideali culturali dell’Umanesimo, realizzando la sua idea di biblioteca contenente le migliori opere classiche e contemporanee.
Insomma, da semplice copista Guarnerio grazie anche alla disponibilità di risorse economiche che il suo ruolo comportava, divenne un vero e proprio mecenate e bibliofilo.
A San Daniele del Friuli organizzò in casa sua uno “scriptorium”, un centro di copiatura di testi a cui parteciparono molti copisti abili e rinomati del tempo. Assunse a sue spese un bibliotecario e un copista di professione. Nel 1461, lasciato l’incarico di vicario del Patriarca, si dedicò anche all’inventario di tutti i testi presenti, dividendo la raccolta in quattro sezioni: i testi religiosi, quelli giuridici, le opere dei classici e gli autori umanisti.
L’eredità di Mons. Giusto Fontanini
Duecento anni dopo la morte di Guarnerio, nel 1666, nacque a San Daniele un altro personaggio che contribuì a rendere grande la Guarneriana: Giusto Fontanini. Anch’egli intraprese la carriera ecclesiastica e visse a Roma, fu arcivescovo commendatario di Ancyra (l’attuale Ankara in Turchia), abbreviatore pontificio e divenne anche il primo docente di eloquenza all’Università “La Sapienza”.
Mons. Giusto Fontanini morì nel 1736, lasciando in eredità alla Comunità di San Daniele la sua collezione di libri (molti dei quali rari) e quella dei manoscritti e codici costruita in tanti anni di lavoro e ricerca.
Più di 2 mila volumi a stampa, rari incunaboli e cinquecentine sono conservati ancora oggi alla Guarneriana.
La rapina francese e le due guerre mondiali
Tra gli episodi storici che coinvolgono la biblioteca citiamo quello del 1797, anno in cui un commissario dell’esercito francese, su commissione di Napoleone, sequestrò alcuni dei tesori della biblioteca per portarli a Parigi (dove si trovano ancora oggi).
Il bibliotecario dell’epoca riuscì a evitare che venissero rubate alcune opere fondamentali, fingendo che fossero in prestito o smarrite.
Anche nel XX secolo i tesori della Guarneriana furono salvaguardati: furono spostati da San Daniele verso luoghi più sicuri, per preservarne l’integrità. In particolare, furono trasferiti a Lucca presso la Biblioteca Governativa nel Primo conflitto mondiale, mentre nella Seconda Guerra Mondiale i codici più preziosi andarono a Villa Manin di Passariano e poi, nel ‘43, nascosti nei sotterranei dell’Ospedale di San Daniele del Friuli, per tornare sugli scaffali della Guarneriana solo a conflitto finito, nel settembre 1945.
La Guarneriana oggi
La Biblioteca Guarneriana ancora oggi svolge la funzione di memoria culturale e storica e conserva i preziosissimi patrimoni che l’hanno arricchita da Guarnerio in poi. Allo stesso tempo, è sempre un luogo aperto alla comunità con un patrimonio librario importante (circa 60.000 volumi).
Offre tutti i servizi delle biblioteche di pubblica lettura: dal prestito librario alle attività di promozione della lettura per ragazzi e adulti e continua a essere uno dei fiori all’occhiello di San Daniele del Friuli.