Oggi vi portiamo dietro alle quinte dei nostri set fotografici con Alessandro Zaccaro aka FancyFactory, blogger e food-photographer. In due episodi sulla food photography ci racconterà il processo che utilizza per rendere un piatto di Prosciutto di San Daniele “speciale” per essere fotografato.
LA FOOD PHOTOGRAPHY
Dietro alla food photography, c’è davvero un mondo in continua evoluzione. Le “regole” base della fotografia sono solo il punto di partenza e gran parte del lavoro viene fatto sul campo. Sperimentando giorno dopo giorno si acquisiscono skill importanti sulla gestione della luce e delle ombre. Ma anche sullo styling delle scene e sull’editing in post produzione.
Questo non significa che bisogna per forza essere esperti del settore per “tirar fuori” uno scatto degno di nota. Sicuramente però conoscere le basi, le tecniche e gli strumenti a disposizione è fondamentale per organizzare il proprio work-flow di lavoro ed ottimizzare tutto al meglio.
Lavorare con Prosciutto di San Daniele mi ha messo davanti ad una bella sfida: fotografare il prodotto contestualizzandolo in ricette dedicate e renderlo il più appetitoso possibile senza stravolgerne l’aspetto.
LAVORARE A TEMPERATURE CONTROLLATE
La prima cosa da tenere in considerazione in tal senso è sicuramente la temperatura. Per poter fotografare il prodotto al meglio dovrà essere a temperatura ambiente. A causa delle luci utilizzate sul set, e magari anche al periodo estivo, tutto questo viene reso difficile e talvolta complicato. Si fa dunque necessario lavorare in uno luogo fresco o quantomeno rinfrescato.
Il prosciutto, in un ambiente troppo caldo, tende a “trasudare” liquidi che fanno parte del prodotto stesso ma che, visivamente, lo rendono meno “appetibile”.
Per questo motivo quando devo fotografare una scena prima di tutto preparo il set, le luci e scatto le prime foto senza cibo. Una volta fatte le modifiche necessarie e raggiunto il giusto compromesso tra luci, ombre e styling, inizio a riempire il set con il cibo. L’ultimo “personaggio” ad entrare in scena sarà ovviamente il San Daniele, opportunamente messo in posa creando onde sinuose che tirino fuori più dettagli possibili.
Uno dei segreti che ho imparato maneggiando il prodotto in questione è proprio quello di toccarlo il meno possibile, per far si che mantenga il suo aspetto originale e autentico. Ciò è possibile solo avendo già bene in mente come si vuole disporlo nel piatto o sulla scena. Il work-flow creativo è basato principalmente su degli sketch iniziali (fatti su un quaderno a matita) di quelle che sono le idee di composizione che ho in testa, cos’ da essere già pronto a posizionare il Prosciutto di San Daniele al momento giusto e nel modo giusto. In questo lavoro è importante provare e sperimentare ma è anche fondamentale “programmare” ed avere le idee chiare quando si va a scattare.
LUCE, PROPS, FONDALI
Altri elementi importanti nella food photography sono luce, props e fondali.
La luce e i relativi modificatori (pannelli, softbox etc.) creeranno l’ambientazione, i props lo stile mentre i fondali ci aiuteranno con il mood che vogliamo dare alla foto. La combo di questi tre elementi ci darà risultati differenti.
Per farvi capire meglio cosa intendo vi riporto due esempi di una stessa preparazione realizzata con il Prosciutto di San Daniele che comunicano anche due sensazioni differenti. Nello scatto di sinistra troviamo una scena ariosa, pulita e con uno sfondo “freddo” e materico come il marmo. Nello scatto di destra invece noteremo che la scena cambia completamente per trasformarsi in qualcosa di più caldo e conviviale grazie all’utilizzo del “legno”, un materiale che dona calore e toni caldi alla scena. Due foto che ritraggono lo stesso soggetto ma che ci trasmettono sensazioni completamente differenti.
Un’altra differenza importante la faranno i props scelti, ovvero gli oggetti di scena come piatti, bicchieri, posate, tovaglioli. Nella foto qui sotto, per dare un tocco pulito e “minimal” alla scena di sinistra ho infatti utilizzato dei piatti lisci, posate dalle linee moderne e un bicchiere dall’aspetto molto minimalista. Al contrario, nella scena a destra, per far arrivare l’atmosfera rustica all’utente finale ho deciso di utilizzare stoviglie e posate vintage. Ci troviamo anche qui dinanzi a due scene completamente differenti che ci trasmetteranno emozioni diverse.
COLORI E TEXTURE
Avete mai sentito parlare della “ruota colore”? Si tratta di un cerchio contenente tutti i colori e tramite esso possiamo facilmente capire quali siano i colori primari, quali quelli secondari e come trovare i colori complementari. Un utile tool ci viene fornito in questo sito dove selezionando sulla sinistra la nostra scelta e muovendo i cerchi sulla ruota ci viene fornita la risposta cromatica alla nostra domanda.
Per fare un esempio diretto vi inserisco di seguito due immagini. Nella foto di sinistra ho selezionato colori complementari. Avendo dei lamponi rossi e il Prosciutto di San Daniele che volevo far spiccare sulla scena, ho utilizzato il colore complementare al rosso che per l’appunto è il verde. Ed ecco che nella scena ho inserito quindi della rucola e un tovagliolo di un verde brillante. Riuscite a vedere l’effetto “Pop” che viene creato semplicemente miscelando dei colori complementari?
Un altro approccio al mondo delle cromie è l’utilizzo delle tinte “monocromatiche”, selezionando dei props adeguati e sulla stessa scala cromatica. In questo caso avevo degli involtini di cavolo verza (per cui di colore verde). Ho inserito nella scena degli elementi di legno come il tagliere e aggiunto tovaglioli “ton sur ton” per riscaldare la scena. L’effetto è chiaramente diverso dal precedente e trasmette sensazioni ed emozioni diverse attraverso l’abbinamento dei colori.
La texture è fondamentale per fotografare il cibo. Adoro giocare con varie texture nei miei set. Prendiamo ad esempio la coppia di foto qui sopra.
Nella foto di sinistra si intravede una superficie materica per il fondale, le venature del tagliere in marmo, le fibre incrociate del tovagliolo di lino e le crepe del piatto per finire poi con il cibo dove al liscio e vellutato Prosciutto di San Daniele si contrappongono i lamponi con una superficie rugosa ed irregolare. Nella scena di destra invece il focus è puntato proprio sulle venature della foglia di verza. L’attenzione poi si sposta sulle venature del tagliere in legno e sui tovaglioli di lino.
Unire più texture ed esaltarle al meglio con la luce e le ombre è uno dei compiti più difficili di questo lavoro ma con tanta pratica e studio quotidiani si riescono ad ottenere risultati ottimi.
Nel prossimo articolo Alessandro continuerà a raccontare la sua esperienza con il San Daniele, spiegandoci quali tecniche di composizione usa per le sue foto e dandoci alcuni consigli finali per migliorare i nostri scatti.