Che in Italia il Prosciutto di San Daniele Dop fosse una assoluta eccellenza e certezza lo sapevamo. Ma stanno imparando ad apprezzarlo sempre di più anche fuori dai nostri confini. I dati più recenti stanno infatti rilevando come l’export di questa prelibatezza stia conoscendo un periodo molto florido.
Sulla scorta di quanto accaduto negli ultimi anni, anche il 2019 è stato particolarmente positivo in questo senso. Le esportazioni estere del Prosciutto di San Daniele, che riflettono la costanza dell’attività del Consorzio, raggiungono e confermano la quota del 18%.
In questo quadro, il fatturato totale – su 2,6 milioni di cosce avviate alla lavorazione – del San Daniele Dop ha raggiunto lo scorso anno i 310 milioni di euro, con un incremento del +1,4% nel volume delle vendite e del +1,6% nel valore delle vendite.
L’export del San Daniele Dop
In tutto questo vogliamo mettere il particolare rilievo il dato dell’export, che segna un +1,8%.
I Paesi che detengono la quota più rilevante per l’esportazione del Prosciutto di San Daniele DOP si confermano, in ordine: la Francia con il 27% del mercato, gli Stati Uniti con il 19% (ricordiamo che qui il Prosciutto di San Daniele non è stato colpito dai recenti dazi), la Germania con il 13% e l’Australia con il 10%.
A seguire il Belgio, la Svizzera, l’Austria, il Regno Unito, il Giappone, il Canada, l’Olanda, il Lussemburgo e il Messico. Paesi dove il marchio è presente e contribuisce ad ampliare sempre di più il bacino delle esportazioni.
A dare una ulteriore spinta alla diffusione della prosciutto Dop friulano anche i recenti accordi di libero scambio con paesi extracomunitari. Come ad esempio il CETA per quanto riguarda il mercato canadese. Oppure il JAFTA, che interessa il commercio con il mercato nipponico. Accordi che contribuiscono in maniera decisiva alla lotta alla contraffazione del marchio.
E come viene venduto, il San Daniele?
Nel mondo si registra una quota di mercato pari al 17% per le vaschette preaffettate. E dell’83% sotto forma di coscia intera (e conseguentemente affettato al momento).
In Italia invece le percentuali sono un po’ diverse. Il consumo di preaffettato segnala una curva in crescita, con oltre 21,2 milioni di vaschette certificate. In linea con i nuovi stili di vita e le nuove modalità di consumo.
E tu, sei ready to eat?
4 marzo 2020
4 marzo 2020